Mi sono laureata in Psicologia Clinica e di Comunità presso l'Università di Bologna nel 1998.
Nel 1999 ho conseguito il diploma di Consulente Familiare e Minorile presso l'Istituto di Psicologia della Persona e della Personalità di Bologna.
Dal 1999 sono ricercatrice sull’autismo e pratico un metodo sperimentale, denominato Pre-Terapia, per il trattamento della suddetta patologia.
Sono regolarmente iscritta all'Albo degli Psicologi dell'Emilia Romagna n.2683 dal 14/06/2001.
Ricevo su appuntamento.
Sono stata formatrice nel seguente evento
Gli approcci su cui si fonda la mia formazione sono quello psicodinamico e quello centrato sulla persona.
I colloqui vengono svolti vis a vis e puntano a entrare in contatto con il soggetto al fine di arrivare a individuare e fare luce sui suoi bisogni più profondi.
Intendo lo psicologo come una guida con la quale è possibile affrontare e vedere quelle parti di sé che normalmente non si vogliono vedere perché non belle o sofferenti e dalle quali si fugge.
L’obiettivo è quello di portare la persona a sostituire modelli non funzionali di risposta con modelli costruttivi per il proprio benessere.
Se da un lato non possiamo scegliere nulla relativamente a ciò che ci riserva la vita, dall’altro possiamo decidere tutto relativamente a come reagirvi. Possiamo essere osservatori o attori protagonisti della nostra vita, dobbiamo soltanto sceglierlo!
Dal 1999 sono ricercatrice per l’autismo e tratto persone affette da tale patologia con una tecnica sperimentale chiamata Pre-Terapia. L’approccio rogersiano centrato sulla persona fa da fondamento alla teoria su cui si basa questa tecnica. La parte teorica è stata coniata e perfezionata da Garry Prouty del Pre-Therapy Institute di Chicago; una volta sposata la teoria mi sono dedicata alla sperimentazione pratica in Italia. Ogni anno il gruppo internazionale di Pre-Terapia si riunisce a Gent in Belgio e nel 2005 ho ricevuto dallo stesso Prouty il diploma di Pre-Therapy Trainer.
Perché si chiama Pre-Terapia? Perché una delle caratteristiche che contraddistingue questa patologia è proprio il fatto di vivere in un mondo totalmente distaccato dal contesto, motivo per il quale gli autistici sembrano non integrati, quasi anaffettivi. Da qui la necessità di far in modo che queste persone ristabiliscano dei contatti, prima di tutto con loro stessi e poi con l’ambiente circostante. È questo l’obiettivo di questa tecnica!
Una volta stabiliti questi contatti è possibile procedere con altre terapie.